La semina del mattino, 4. «Beati i puri di cuore» (Mt 5,8).
Il ritornello litanico delle Beatitudini, dichiara che i puri di cuore vedono Dio. La purezza è una qualità di vita, la virtù sinonimo di candore, ordine morale, pulizia interiore ed esteriore. Chi ha mani innocenti e cuore puro sale il monte del Signore e dimora nel suo luogo santo (Sal 23, 3-4). La bella virtù richiama il Paradiso terrestre dove tutto era limpido, ed i progenitori che vivevano senza vergogna né paura. Contaminata dalla colpa originale e fiaccata da un bieco egoismo, spesso è svalutata e profanata da una concezione di vita superficiale e godereccia. Quando è consacrata diviene vincolo di appartenenza a Dio; quando è vilipesa, insidiata, o infranta da forze coercitive, può determinare il martirio. L’odierna memoria liturgica di S. Maria Goretti testimonia la sua preziosità difesa strenuamente da una fanciulla di appena 12 anni sotto i colpi mortali di un punteruolo e l’atroce violenza di una cieca e torbida passione. La salvaguardia della purezza richiede responsabilità, impegno volitivo e corrispondenza umile e fiduciosa alla grazia di Dio che dona la *verginità del cuore*. La sua tutela è garantita a tutte le età dalla pratica sacramentale della confessione, il nutrimento ordinario dell’Eucaristia, l’impegno nel lavoro, la fuga delle occasioni, da un costante e disciplinato accompagnamento spirituale, dalla mortificazione e dalla preghiera. P. Angelo Sardone