«Porta in grembo il popolo, come la nutrice porta il lattante» (Nm 11,14).
Fu davvero notevole il peso di responsabilità e di pazienza che Mosè si accollò nel servizio richiestogli da Dio di condurre il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto alla terra promessa. Divenuto ribelle ed ostinato, Israele provocò anche il suo condottiero ad un atteggiamento risentito nei confronti di Jahwé. Ma poi tutto si riprese per l’infinta pazienza di Dio. Alla maniera di Mosè, invitto restauratore della vita sacerdotale e religiosa del suo tempo, accollandosi tutte le responsabilità ed i relativi pesi, fu S. Gaetano da Thiene (1480-1547) del quale oggi si celebra la memoria liturgica. Nella preghiera e nel servizio ai poveri, guardando alla Chiesa apostolica ed ispirandosi al discorso della montagna, mettendo in atto i valori della prudenza e l’amore per la dottrina, percorse un itinerario di annientamento mistico per tutte le vicende storiche e pastorali nelle quali si trovò coinvolto. Nel 1524, aiutato in particolare da Giampietro Carafa, che era stato vescovo di Chieti (Theate) e che più tardi diventerà papa Paolo IV (1559), fondò la Compagnia dei Chierici Regolari detti «Teatini» con l’intento di rinnovare lo spirito sacerdotale e religioso con il buon esempio, il disprezzo delle ricchezze e la povertà. A Napoli dove si trasferì e morì, per liberare i cittadini dall’usura praticata dagli Ebrei istituì il Monte di Pietà: i bisognosi prendevano in prestito il denaro lasciando un pegno di garanzia. L’iconografia corrente lo ritrae con Gesù Bambino in mano per averlo ricevuto direttamente dalla Madonna nella celebrazione del Natale del 1516 quando celebrò la sua prima Messa nella basilica di S. Maria Maggiore. Auguri a tutti coloro che portano il suo nome, perché ricalchino nella loro vita la straordinaria virtù praticata dal gran Santo nell’umiltà e nella eroica coerenza. P. Angelo Sardone