«Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15). Oggi si celebra la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Sin dalle prime pagine della Scrittura, a seguito del peccato originale da parte di Adamo ed Eva, nella sua bontà misericordiosa Dio dispone la salvezza attraverso suo Figlio Gesù che nascerà da una donna. Ciò si definisce «protoevangelo», cioè primo annunzio del Vangelo. L’immagine biblica evoca l’eterna lotta che da allora in poi ci sarà tra Satana e la nuova Eva, la Vergine Maria che schiaccerà la testa al serpente, cioè il demonio. L’iconografia più comune dell’Immacolata rappresenta Maria di Nazaret proprio nell’atto di schiacciare la testa. Solo una donna resa da Dio Immacolata, cioè senza macchia alcuna di peccato sin dall’atto del suo concepimento in vista del Figlio, la «piena di grazia» (Lc 1,28), poteva generare l’autore della vita. Il singolare ed unico privilegio riservato alla più grande e bella creatura umana, che si tramuta in grande dono per l’intera umanità, scaturito dal primato assoluto di Cristo, fu difeso dal francescano il beato Giovanni Duns Scoto all’inizio del 1307. La Chiesa, con il beato Pio IX dopo secoli interi di acclarata venerazione per Maria sotto il titolo di Immacolata, l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus proclamò verità rivelata dall’alto e proposta a credere, il dogma dell’Immacolata Concezione. La conferma della veridicità di questa solenne affermazione venne dall’Alto quattro anni dopo a Lourdes, quando a Bernardetta Soubirous, adolescente assolutamente ignara della grandiosità dell’affermazione pontificia la Vergine dichiarò: «Io sono l’Immacolata Concezione». Auguri a tutte coloro che portano il bellissimo nome di Concetta e Immacolata. P. Angelo Sardone