La semina del mattino
66. «Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà» (2Cor 9,6).
È una legge di natura. Ma è anche conseguenza di una azione superficiale, di un impegno non adempiuto, di pigrizia, di superficialità. Per raccogliere con abbondanza bisogna seminare tanto. Per farlo bisogna avere il seme. Può essere quello ricavato dalla mietitura della stagione precedente conservato nei granai, o quello acquistato dai commercianti. La natura, poi, è una maestra straordinaria che si attiene alla legge impressa dal Creatore, ma spessissimo oltraggiata dal dissesto ambientale e da irresponsabilità e interventi dissennati dell’uomo. Se la stagione è favorevole, se non mancano le piogge, se il campo è stato sufficientemente preparato e coltivato, il contadino potrà raccogliere con abbondanza quello che semina. La metafora adoperata da S. Paolo per stimolare la colletta di carità a favore dei poveri di Gerusalemme, si addice bene alla realtà spirituale, dove il tempo della semina non è stagionale, ma continuo. Ogni momento è buono per spargere con generosità ed accortezza il seme della Parola, della condivisione, degli affetti, degli insegnamenti, della carità. Nel linguaggio evangelico il seme della Parola di Dio gettata con abbondanza nei cuori e nelle vite dei fedeli porta molto frutto. L’impegno, il servizio, il dono, la generosità, la condivisione, la profondità, la responsabilità, premiano sempre. In ogni campo: lavoro, studio, professione, missione. Se nella vita vuoi raccogliere tanto, semina il bene con abbondanza e verso tutti! P. Angelo Sardone