«Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò» (Gen 3,6). Il racconto biblico che ha toccato il vertice più alto nella creazione dell’uomo e della donna, narra ora la loro caduta. La donna vede che l’albero era buono da mangiare amabile, desiderabile agli occhi e gradevole da guardare, “per rendere uno intelligente” come si legge dalla traduzione letterale del testo ebraico. Nella giornata odierna la liturgia ricorda S. Scolastica (480-547), sorella di S. Benedetto da Norcia alla quale, per analogia, si può applicare in positivo il tratto biblico suaccennato. La sua identità di vergine saggia che aveva camminato ed imitato suo fratello nella vita consacrata a Dio, è raccontata nel secondo libro dei suoi «Dialoghi» da S. Gregorio Magno. Viveva in un monastero non distante da Montecassino e una volta all’anno si recava dal fratello. Qualche giorno prima della sua morte aveva incontrato il grande abate in una casetta frammezzo ai due monasteri ed aveva voluto intrattenersi più del normale nei loro colloqui spirituali, determinato dal comune amore per il Vangelo. Molto probabilmente sapeva che sarebbe stato l’ultimo. La sua intensa preghiera al Signore divenne più efficace del diniego di Benedetto che non voleva trascorrere la notte fuori del monastero. Il temporale scoppiato tutto d’un botto fece il resto. Trascorsero la notte in preghiera ed in profondi colloqui spirituali col frutto della saggezza. Tre giorni dopo ella morì ed il fratello se ne rese conto vedendo la sua anima salire al cielo come una colomba. La loro unità è sancita dal comune sepolcro che ancora oggi si venera nella celebre abbazia. P. Angelo Sardone.