«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» (Lv 19,2). Il tema della santità permea l’intera Sacra Scrittura. Non può essere diversamente dal momento che il rapporto fondamentale dell’uomo, della natura, degli esseri viventi è con Dio, il tre volte santo. Nella etimologia più semplice ed essenziale il termine santo significa staccato. Non si tratta di un elemento o di un segno di superiorità ma di una realtà di perfezione verso cui tendere, soprattutto dopo l’esperienza del peccato che ha reso l’uomo imperfetto in tutto. L’intento di Dio nella creazione e soprattutto nel rapporto personale con gli uomini, è quello di far tendere ogni cosa alla sublimità ed alla perfezione, una tensione contrastata dalla natura umana decaduta a causa del peccato. Ecco il motivo per il quale Dio stesso tramite il legislatore Mosè comunica al suo popolo il dovere di essere santi motivando chiaramente la richiesta col fatto che Lui per primo è santo. Gli elementi che determinano come una strada da percorrere per raggiungere la santità, sono i comportamenti sociali dominati dal comando dell’amore del prossimo ed in particolare le relazioni di amore, di accoglienza e di perdono. Ciò nella logica di Dio comporta la libertà del cuore dall’odio, dal rimprovero aperto per non caricarsi della responsabilità del suo peccato, la fuga della vendetta e del rancore. Il tema fu abbracciato concretamente da Cristo nel suo progetto di vita e comunicato col suo insegnamento ed il suo esempio. Tocca anche a noi metterlo in pratica. P. Angelo Sardone