«Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). Gli insegnamenti di Gesù sono profondi e nello stesso tempo alla portata di tutti. Ciò che gli Apostoli ed i suoi seguaci non erano riusciti a comprendere viene svelato in maniera più esplicita sia in vista della passione e morte che del dono dello Spirito rivelatore della verità tutta intera. Chi segue Cristo deve prepararsi a subire nel mondo tribolazioni e disagi. La speranza nel risorto e l’accoglienza dello Spirito offre la possibilità di tradurre le difficoltà della vita in opportunità di salvezza e di santificazione. In questa cornice evangelica si situa la vita e l’opera di una delle sante più popolari dell’agiografia cristiana, santa Rita da Cascia (1381-1447) lustro e gloria dell’Ordine agostiniano. Nata in una famiglia di pacieri e segnata sin da piccola da eventi misteriosi e profetici, andò sposa ad un uomo, «un ghibellino risentito», divenendo madre di due figli. La tragica morte del marito assassinato ed il desiderio di vendetta nella famiglia, furono da lei affrontati con coraggio e spirito evangelico denso di perdono, carità ed eroismo, fino a chiedere al Signore che i suoi figli piuttosto morissero anziché macchiarsi della grave colpa dell’omicidio. Rimasta vedova e sola, si ritirò a Cascia nel convento delle monache agostiniane per dedicarsi esclusivamente a Dio nella contemplazione e nella vita ritirata in un cammino di ascesi, preghiera, penitenza ed anche azione. Il viaggio a Roma per la canonizzazione di S. Nicola di Tolentino, il dono di una spina pungente chiesta al Signore come dono di amore e conficcatasi sulla fronte, la rosa e due fichi raccolti per lei in un orto pieno di neve, sono alcuni noti elementi della sua storia nell’itinerario di santificazione costruita giorno per giorno nel servizio al Signore. Auguri a tutte coloro che ne portano il nome, perché la loro vita si conformi sempre più alla volontà di Dio. P. Angelo Sardone