«La vita che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). La lettera di S. Paolo alle diverse comunità della Galazia, provincia romana dell’odierna Turchia centrale, contiene chiarimenti circa l’autenticità del suo annuncio, la centralità di Cristo e l’identità della libertà cristiana. Tutto questo a fronte di distorti insegnamenti di alcuni missionari circa l’incompletezza del messaggio di Paolo e l’affermazione che la salvezza esigeva il rispetto della Legge di Mosè. Da essa si evince la vera identità della fede cristiana e l’impegno pastorale dell’Apostolo per la crescita tra i cristiani. Le espressioni da toni fortemente biografici e personali attestano con vigore e passione la verità della fede in Cristo morto e risorto che ha stravolto la sua vita e lo ha reso testimone ed annunciatore. Brigida di Svezia (1303-1373), la santa compatrona dell’Europa, la cui festa oggi celebriamo, esprime nella sua vita e nella sua opera i presupposti paolini, con una esistenza complessa e varia nella molteplice espressione vocazionale di moglie già a 14 anni, madre di 8 figli, vedova, religiosa, mistica, fondatrice di un ordine monastico e depositaria di rivelazioni ricevute da Gesù Cristo. La Chiesa “ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore” (S. Giovanni Paolo II), l’amore per la pace e la ricorda come esempio di una santità dalla poliedrica sfaccettatura in campo religioso e sociale. Le orazioni di S. Brigida sulla passione di Gesù, unitamente alle rivelazioni, pur non essendo oggetto di fede, sono tuttora praticate da numerosi fedeli con buoni frutti spirituali. P. Angelo Sardone