«I pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero» (At 13,49). I primi tempi del Cristianesimo sono caratterizzati dalla diffusione capillare della Parola di Dio veicolata dalla testimonianza ardita ed eroica di numerosi uomini e donne che, sull’esempio degli Apostoli, si facevano banditori del messaggio di salvezza tra i pagani. Coloro che l’accoglievano divenivano portatori di gioia; quelli che la rigettavano procuravano un numero interminabile di martiri. Tra questi se ne distingue uno che gode di particolare ricordo e venerazione nella giornata odierna: S. Valentino, del III-IV secolo, vescovo di Terni. La nota e fondamentale sua caratteristica fu la santità di vita, per la carità, l’umiltà, ed uno zelante apostolato tra la gente che gli meritò da Dio il dono dei miracoli. Il suo patronato sui fidanzati ha come fondamenta varie ed inconsistenti leggende come quella di far fare pace alle coppie pregando su di loro, donando una rosa, e di propiziare l’unione matrimoniale di un pagano con una donna cristiana. Ormai da tempo su questa ricorrenza è intervenuta una sproporzionata commercializzazione consumistica che poco ha a che fare col sacro, anche se, come in altri casi, la memoria liturgica può diventare l’occasione per aiutare i fidanzati, gli innamorati a prendere coscienza della sacralità, dell’importanza e della serietà del sacramento del matrimonio cristiano, frutto dell’impegno di persone mature. Amarsi e progettare di vivere insieme nel matrimonio è una vera e propria arte, un lavoro di artigiani pazienti, intelligenti, che vanno fino in fondo e vogliono essere perseveranti nell’amore e nella reciproca accoglienza. Auguri a tutti coloro che portano il nome del santo ternano. P. Angelo Sardone