«Chi custodisce santamente le cose sante sarà riconosciuto santo» (Sap 6, 10). La logica di Dio è quella dell’incontro, frutto di una ricerca. Dio si lascia trovare da quelli che lo cercano ed esorta i potenti a ricercare la sapienza. Come in altre parti della Scrittura, dove è presentata in differenti forme, la Sapienza afferma che il potere é di origine divina e tutti i sovrani sono servi della regalità di Dio. I potenti saranno esaminati con rigore e soggetti ad una indagine rigorosa. Imparare la sapienza è garanzia per non cadere. Ciò vale per tutti, in campo sociale, civile ed ecclesiastico. Coloro che osservano religiosamente la volontà di Dio e la custodiscono, saranno riconosciuti santi. Dal momento che ogni forma di risposta a Dio, qualunque vocazione del cristiano, è cosa santa perché viene da Dio, la Scrittura esorta a custodirla santamente, a proteggerla da ogni pericolo esterno ed interno, a mirare alla santità, cosa che sarà riconosciuta. La memoria liturgica odierna celebra S. Leone (440-461), uno dei primi papi, dottore della Chiesa, al quale per primo fu attribuito il suffisso “Magno”, cioè grande, che indica la mole del suo operato e la santità della sua vita. Fu un papa energico nell’affrontare le diverse e gravi questioni dottrinali e disciplinari della Chiesa. Risalta particolarmente dai libri di storia il celebre incontro con Attila, re degli Unni, al quale fu inviato dall’imperatore Valentiniano III, a seguito del quale il temerario re desisté dall’invadere l’Italia. L’aver custodito fedelmente le cose sacre affidategli da Dio e dalla Chiesa, gli valse non solo il riconoscimento della santità, ma anche la grandezza stessa nella santità, al pari del leone in mezzo a tutti gli altri animali. P. Angelo Sardone