«Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino. Si alzò, mangiò e bevve» (1Re 19,8). Il ciclo biblico di Elia (sec. IX a.C.) è caratterizzato da interventi straordinari del Signore e da gesta mirabili del profeta. La forza operativa gli viene dal Signore che lo nutre della sua Parola e del pane. Dopo aver affrontato la sfida del Carmelo, sconfiggendo i 450 profeti di Baal ed i 400 di Asera, stanco ed oppresso dalle vicissitudini e dai soprusi della regina Gezabele, si addormenta sotto una ginestra desideroso di morire. Dio non lo abbandona a questo sconforto perché ha ancora tanto da dire e da dare. Un Angelo due volte lo sveglia e gli dà da mangiare una focaccia cotta su pietre roventi ed un orcio di acqua. È il cibo del cammino: lo sosterrà fino a fargli raggiungere l’Oreb, il monte di Dio. Il pane della Parola fu il nutrimento che il Signore concesse ad uno dei più noti e grandi santi dell’agiografia cristiana, lo spagnolo Domenico di Guzman, fondatore dei Frati Predicatori meglio conosciuti come Domenicani. Il desiderio di evangelizzare i pagani e confutare le eresie lo fecero mettere a disposizione della Chiesa seguendo l’interiore desiderio di realizzare un nuovo ordine monastico dedito alla predicazione. Cresciuto in poco tempo esso fu in grado di spargere per tutta Europa i messaggeri del Vangelo. Una caratteristica propria del suo apostolato è il grande amore alla Vergine Maria dalla quale, come vuole la Tradizione, ricevé un’apparizione e la consegna del Rosario. Questo il motivo per il quale nella rappresentazione plastica e musiva si contempla S. Domenico in genere con S. Caterina da Siena, nell’atto di ricevere la corona del Rosario. Auguri a tutti coloro che ne portano il nome. P. Angelo Sardone