Primo martire dell’era cristiana, giovane diacono della Chiesa di Gerusalemme, votato alla carità e alla predicazione evangelica, pieno di grazia e potenza, testimoniò col sangue la fede in Cristo morto e risorto, ricopiandone la passione, affrontando la morte per lapidazione e perdonando gli uccisori. Non ebbe paura di definire i sacerdoti del Sinedrio “gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, che sempre oppone resistenza allo Spirito Santo”. Si adempie in lui quanto preconizzato da Gesù in riferimento a tribunali, flagellazioni, odio per il suo nome, morte, anche da parte degli stessi familiari. Come per Stefano anche per noi, in circostanze analoghe, parla lo Spirito del Padre. La salvezza è frutto della perseveranza. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Stefano/Stefania, che dalla etimologia greca significa “corona” e pertanto “incoronato” e “incoronata. P. Angelo Sardone.