«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate» (At 13,16). La missione evangelizzatrice di Paolo entra nel vivo con la predicazione ad Antiochia di Pisidia. Emergono dal racconto lucano le caratteristiche didattiche di Paolo che, preparato alla scuola di Gamaliele, aveva appreso bene i tratti storici dell’Antico popolo dell’Alleanza. Infatti, invitato a parlare, dopo che erano stati letti alcuni brani della Legge e dei Profeti, presenta un sunto storico e teologico di qualità. Partendo dalla scelta del popolo da parte di Dio, passando attraverso la cattività egiziana e la libertà riconquistata, fa riferimento all’avvento dei Giudici e quindi dei re, fino a Davide, dalla cui discendenza sarebbe nato Cristo. Il racconto della storia sacra non si ferma al grande re, ma si aggancia anche a Giovanni Battista la cui missione di precursore ed amministratore di un Battesimo di penitenza, si ferma con la constatazione che Gesù Cristo è davvero grande. Si evidenzia così l’importanza della conoscenza delle sacre Scritture che tracciano la storia del rapporto di amore di Dio con l’umanità attraverso il popolo di Israele, una storia che è continuata e si è risolta in Gesù di Nazaret il Figlio di Dio che è venuto a darne pieno compimento. Conoscere le scritture significa conoscere Cristo. Ignorarle, secondo S. Girolamo, significa ignorare Cristo. Quanto c’è ancora da apprendere oggi! Non basta una conoscenza superficiale ed occasionale ma occorre uno studio metodico con buoni insegnanti, a partire dall’ascolto della Parola nella sacra Liturgia e da una corretta spiegazione di essa con maestri che dall’altare non siano frettolosi e superficiali, ma profondi e credibili. P. Angelo Sardone