«Con il cuore si crede e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza» (Rm 10,10). Nel linguaggio e nella prassi teologica cuore e bocca vanno sempre insieme. Il cuore è il centro più importante del corpo per le attività emotive, la sede dell’intelligenza. La bocca è l’organo fondamentale della parola ed ha caratteri morali. Gesù dona ai suoi discepoli una bocca e la sapienza per poter rispondere ai nemici. Per entrare nel ritmo della salvezza il cristiano deve aderire col cuore al messaggio di Cristo e poi esprimerlo esteriormente nella comunità umana. Con il cuore per credere e la bocca per proclamare la grandezza di Dio ed il suo amore, si muove l’intera esistenza dell’apostolo S. Andrea, fratello di Simon Pietro, la cui memoria si celebra oggi. Già discepolo di Giovanni Battista, è chiamato da Gesù mentre sta pescando nel Mare di Galilea, o secondo la versione di Giovanni evangelista, mentre si trovava col Battezzatore. Nel collegio apostolico si distingue per aver richiamato l’attenzione sul ragazzo coi pani ed i pesci che saranno utili con la loro moltiplicazione per sfamare la gente che segue Gesù, e come mediatore tra il Maestro ed i Greci che avevano chiesto di parlare con Gesù. I primi storici cristiani attestano che predicò il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale per poi passare in Grecia dove subì il martirio crocifisso ad una croce in forma di X che è detta appunto “di Sant’Andrea”. L’invitto coraggio dell’apostolo evoca e conferma in maniera adeguata il significato del suo nome: uomo di forza, di valore e coraggio. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Andrea. P. Angelo Sardone