«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3,1). La festa della Presentazione del Signore, segna oggi 40 giorni dalla celebrazione del Natale e si inquadra in un particolare rito degli Ebrei legato alla nascita di un figlio ed alla purificazione della madre. Infatti, in riferimento alla purezza cultuale, la Legge di Mosè riteneva che la donna che aveva generato fosse impura per 40 giorni se si trattava di un maschio e 60 per una femmina (Lv 12,1-8). Per questo doveva recarsi al Tempio per la purificazione ed offrire, come sacrificio di espiazione, un agnello e una giovane colomba. Se poi era povera, bastavano solo due giovani colombe. Maria e Giuseppe si assoggettano a questa prescrizione e si recano al Tempio di Gerusalemme per assolverla. Qui li attende un vegliardo, Simeone che guidato dallo Spirito attendeva il Messia. A lui si aggiunge Anna, una profetessa molto anziana e vedova che serviva il Signore con digiuni e preghiere, notte e giorno. L’antica profezia di Malachia designa misteriosamente il Signore stesso, come farà poi l’evangelista Matteo (11,10). Contestualmente alla purificazione di Maria, Gesù viene presentato al Padre ed il vecchio Simeone, prendendolo in braccio, benedice Dio, dichiarando Cristo «luce del mondo». Dal IV sec. in questo giorno si celebra la «Candelora» che ricorda l’evento, con la benedizione delle candele e, più recentemente, dal 1997, voluta da S. Giovanni Paolo II, la Giornata per la Vita Consacrata. Essa vede protagonisti uomini e donne consacrati nella vita religiosa secondo carismi diversi, ma tutti col proposito di mantenere accesa la luce del Vangelo, testimoni nell’oggi «del non ancora», sentinelle vigili ed operanti nel servizio della Chiesa e del popolo di Dio. P. Angelo Sardone