Ho pensato spesso in questi giorni alla situazione ambientale e relazionale di tante persone che obbedendo ai provvedimenti istituzionali, vivono con difficoltà la ristrettezza di libertà, di movimenti, di operazioni, di normalità. Noi, in comunità, siamo abituati ad una esperienza di fraternità che ricalca lo stile di famiglia, per via della caratteristica propria della vita religiosa che si basa sulla condivisione degli stessi spazi, certamente più ampi dei limitati metri quadri di un appartamento familiare, di comuni intenti, di preghiera, di incontri spirituali e formativi. Anche se nell’esercizio del ministero sacerdotale manca il contatto fisico con il popolo di Dio, l’utilizzazione dei mezzi di comunicazione sociale permette la regolarità della condivisione, facendoci giungere nelle case e nelle vite degli altri con un messaggio, una preghiera e, particolarmente, con la celebrazione eucaristica giornaliera, momento nel quale i fedeli sono più presenti alla mente ed al cuore paterno del sacerdote. Ho pensato agli insegnanti alle prese con la tecnologia per continuare il lavoro scolastico con i propri alunni, alle loro difficoltà, alla stanchezza e talora anche alla delusione. Ho pensato agli studenti delle diverse classi ed età, al loro adattamento all’utilizzo dei mezzi informatici per seguitare l’apprendimento e lo studio sistematico a volte anche con precarietà di connessione e relazioni visive. Ho pensato agli universitari a conclusione del loro percorso accademico, costretti a rinunziare alla pubblica seduta di laurea con la partecipazione dei propri cari e degli amici, esperienza pensata ed attesa da sempre come traguardo di fatiche e sudori, costretti invece a difendere la propria tesi dinanzi ad uno schermo connessi visivamente ed oralmente con relatori e correlatori a distanza. Ho pensato a tanti anziani privi del conforto della presenza dei propri figli e più particolarmente dei nipoti anche in giorni di festa e di gioia. Il pensiero crea unità virtuale e proprio perché non è di ordine materiale, può raggiungere immediatamente persone e luoghi lontani e garantire vicinanza, condivisione, partecipazione alla gioia ed al dolore. Ho pensato. E il mio pensiero ogni giorno è preghiera proprio perché non è mai vuoto e silenzioso, ma esplosivo, carico di emozioni, di sentimenti e di forza di vita. Il mio pensiero particolarmente va a mio padre che proprio oggi supera il traguardo di 95 anni di età: penso alla sua lunga vita di lavoro, di impegno generoso ed oblativo per la famiglia e la società, di custodia scrupolosa dei valori della fede, dell’onestà, del sacrificio, del timore del Signore. Infatti, «Radice di ogni sapienza è temere il Signore; i suoi rami sono lunga vita» (Sir 1,20). Penso ai suoi lunghi silenzi carichi di ricordi e pensieri del passato, ai suoi sorrisi sereni e mi commuovo profondamente. Il mio pensiero, oggi è solo di gratitudine a Dio per il dono della sua veneranda età e di umile e fiduciosa preghiera perché il Signore e la Vergine Santa, ce lo conservino ancora a lungo. P. Angelo Sardone.