«Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». (At 5,20). Il nuovo annuncio proclamato dagli Apostoli a seguito della risurrezione di Cristo e del dono dello Spirito Santo, provoca soprattutto nei capi religiosi dei Giudei e nella setta dei Sadducei che non ammettevano qualunque forma di risurrezione, invidia, gelosia che si tramutano in odio e vilipendio delle persone. Il mezzo che essi hanno a loro disposizione per intervenire in maniera del tutto arbitraria è il carcere pubblico. In esso i malcapitati non potranno essere più pericolosi. Ma non hanno fatto i conti con lo Spirito che è l’agente della nuova evangelizzazione ed è potente in tutto. La notte stessa del loro arresto un Angelo compare nel carcere sbarrato, libera i prigionieri ed ingiunge loro di andare nel tempio a predicare. Alla grande ostilità dei capi si oppone il coraggio degli Apostoli. Sono chiamati infatti quasi a sfidare i responsabili della cosa pubblica e religiosa, andando direttamente al tempio, il luogo sacro per eccellenza, cuore della stessa nazione, quasi ad indicare che proprio dal tempio deve partire, stando ritti in piedi, il nuovo annuncio che interessa tutto il popolo e che ha il perno fondamentale sulla dottrina della nuova vita. Non una lezione imparata a memoria ma la comunicazione di verità rivelate da Dio. Nuova via e nuova vita sono due realtà presenti nella terminologia apostolica post pasquale. La nuova vita è quella promessa da Gesù con la sua risurrezione e deve esprimersi nel concreto della vita cristiana di ogni giorno. P. Angelo Sardone