La semina del mattino
73. «Mostraci il Padre e ci basta!» (Gv 14,8).
Il desiderio di conoscere Dio come Padre e di gustare la sua dolcezza è insito nella natura umana ed è proprio della vita cristiana. Il bisogno arcaico dell’uomo, la sua innata esigenza di risalire alle origini e di contemplare il volto di Dio viene appagato da Cristo che è la via al Padre. Nelle sue parole e nelle sue opere si manifesta e si rivela pienamente il volto di un Padre benevolo e misericordioso che parla al cuore dei suoi figli e sempre li attende. Allontanarsi da Dio, voltargli le spalle col peccato è sempre un grave rischio: si prende la strada del fallimento, del suicidio psicologico, della cupa tristezza. Dio attende l’uomo dopo l’amara separazione ed il crollo dei suoi sogni puramente terrestri e gli va incontro quando egli decide di tornare indietro, condonandogli tutto il debito della colpa. E’ rimasto sempre sull’uscio aperto della sua casa con lo sguardo proteso all’orizzonte ed il cuore in pena ad attendere il figlio per accoglierlo e stringerlo tra le braccia. Attende perché è ricco di bontà previdente e provvidente, perché è grande nell’amore: risana e fa festa per ogni peccatore che si salva. I suoi atti di amore superano la dimensione umana meramente giuridica legata a situazioni, ad errori imperdonabili ed al loro numero. Apre costantemente gli orizzonti del cuore concedendo il perdono dei peccati dinanzi al pentimento e all’autentica conversione. Nasce allora un’atmosfera di gioia, e nell’anima si genera come una nuova creazione, una riabilitazione soprannaturale, una trasfigurazione che fa recuperare la dignità perduta di figli. P. Angelo Sardone