«L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi» (Gen 3,20). Il nome imposto dal primo uomo, Adamo (fatto di terra), alla donna, sua compagna di creazione, fu Eva, cioè Madre di tutti i viventi. Il testo sacro riporta l’inciso subito dopo il racconto della caduta dei progenitori ed il peccato originale che ha sconvolto il piano di Dio, teso a rendere la vita dell’uomo piena comunione con Lui. Nel contempo viene offerta la speranza di una vita pur sotto il peso della perdita dei doni preternaturali e la certezza che una donna, calpesterà col calcagno la testa del serpente, il nemico infernale. La donna prefigurata in questo primo annunzio del vangelo è Maria di Nazaret. Alla madre del genere umano vivente si sostituisce la beata Vergine Maria, «Madre della Chiesa», la cui memoria liturgica, per espresso volere di papa Francesco, si celebra il lunedì successivo alla Pentecoste. Il titolo fu consacrato con dichiarazione ufficiale da S. Paolo VI il 21 novembre 1964 a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, come «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, sia dei fedeli che dei Pastori, che la chiamano Madre amatissima» ed integra la dichiarazione di Theotókos, la Genitrice di Dio, del Concilio Ecumenico di Efeso (431). «Maria è la Madre di Cristo che non appena assunse la natura umana nel suo grembo verginale, unì a sé come Capo il suo Corpo mistico, ossia la Chiesa» (Paolo VI). Questo stesso titolo il 1880 lo aveva già dato a Maria S. Annibale M. Di Francia nella prima preghiera per le vocazioni ed in un’altra del 1890. Mirabili e provvidenziali intuizioni di un grande innamorato della Madonna! P. Angelo Sardone