«Io porrò inimicizia fra te e la donna, questa ti schiaccerà la testa» (Gen 3,15). Il progetto di amore di Dio infranto dalla colpa originale dei primogenitori trova immediatamente la soluzione con l’annuncio della salvezza che sarà operata da Cristo, l’unigenito Figlio di Dio e seconda persona della Santissima Trinità. La sua venuta sulla terra avverrà attraverso i parametri naturali: nascerà da una donna ma per opera della potenza di Dio e del suo Spirito. Maria di Nazaret fin dall’eternità è al centro di un meraviglioso progetto di dono, di sconfitta del maligno, di guida e maternità incomparabile nei confronti del Figlio e nei confronti della Chiesa, eletta creatura sgorgata dal costato aperto di Cristo sulla croce. La sua costante presenza nella vita e nell’opera di Gesù, continua nella vita della Chiesa sin dai suoi primi passi. Ella è madre delle membra di Cristo (S. Agostino) nato come capo e generato nel corpo (S. Leone Magno): quindi è Madre di Cristo e Madre delle membra del suo corpo mistico che è la Chiesa. Il titolo di Maria «Madre della Chiesa, da sempre caro al popolo di Dio e ricorrente nelle considerazioni dei Padri sulla maternità divina di Maria, fu dichiarato con la sua autorità apostolica da S. Paolo VI il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II. S. Annibale M. Di Francia la definisce tale nella prima celebre preghiera per le vocazioni, il 1880. Papa Francesco ha voluto la memoria liturgica obbligatoria il lunedì successivo alla solennità di Pentecoste per favorire la crescita del senso materno della Chiesa e la genuina pietà mariana. La ricorrenza conferisce ulteriore intensità al mese mariano P. Angelo Sardone