«Presso la croce di Gesù stava sua madre» (Gv 19,25). Lo struggente e drammatico racconto della passione di Gesù sul Calvario si conclude con una annotazione autobiografica dell’evangelista Giovanni che si trova accanto alla Madre di Gesù sotto la croce. Non c’è Giuseppe come a Betlemme accanto alla mangiatoia; non ci sono gli altri Apostoli scappati tutti via; è rimasto un nugolo di donne accanto a Maria. Il quadro della crocifissione è così completo in tutto l’essenziale per quello che è avvenuto e quanto ancora deve accadere. Per la seconda volta a Maria, come a Nazaret, viene chiesta la disponibilità di diventare madre, passando dalla generazione dell’Unigenito Figlio di Dio alla generazione spirituale di tutti gli uomini rappresentati da Giovanni, il discepolo amato da Gesù. Lei accetta e diviene madre. Sotto la croce è Madre del dolore, associata in forma straordinaria alla passione del suo Figlio: si avvera la profezia di Simeone del cuore trafitto dalla spada. La Chiesa e la Tradizione cristiana la definisce ed invoca Addolorata e raccomanda vivamente di non trascurare «la memoria dei dolori della beata Vergine Maria». Ciò avviene anche facendo compagnia a Maria immersa nel profondo dolore per la morte del suo Figlio e contemplando quanto l’arte visiva ha consegnato all’umanità di ogni tempo attraverso il segno della Pietà. In Maria, straziata dal dolore, si concentra il dolore dell’universo intero per la morte di Cristo. Come non pensare alle nuove ed attuali Addolorate, madri che perdono i loro figli non solo per la tragedia della morte fisica! Maria è sostegno nella prova, forza sotto il peso del dolore, fiducia certa nella vittoria. P. Angelo Sardone