«Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (Gen 2,7). L’origine del mondo e dell’uomo sono raccontati nel libro della Genesi, il primo della Sacra Scrittura. I primi due capitoli sono dedicati alla creazione con due racconti combinati insieme che utilizzano tradizioni diverse. Tecnicamente, così come si studia nella introduzione alla Scrittura, il primo appartiene ad una fonte cosiddetta “elohista”, il secondo ad una altra detta “jahvista”. Quest’ultimo mette in luce la creazione dell’uomo distinta dalla creazione del mondo, ma che si completa con la creazione della donna, la prima coppia umana, e di seguito la caduta ed il castigo. L’uomo, come afferma il grande biblista card. Ravasi, è «il grande protagonista delle prime pagine bibliche, un essere solenne che porta in sé il sigillo di Dio». Polvere e soffio sono i due elementi che lo costituiscono come creatura ed essere vivente: la polvere (adamàh significa appunto fatto di polvere, anzi polvere egli stesso); il soffio, o spirito di Dio è determinante per la vita, la coscienza, la libertà: senza di esse non c’è vita ed esistenza. E’ sinonimo di animazione, insieme con la parola che dà l’essere e l’ordine alle cose. La persona umana è creata dunque a immagine di Dio, come un essere composto di corpo e di spirito. Dopo il peccato c’è sempre bisogno di un soffio nuovo che ri-anima, che dà nuovamente la vita. la sera stessa del giorno della sua risurrezione, giorno di Pasqua, Gesù appare ai discepoli riuniti nel Cenacolo e rinnova su di loro l’azione che Dio aveva compiuto su Adamo rendendolo creatura vivente: soffia sugli apostoli e dona loro lo Spirito Santo (Gv 20, 22). P. Angelo Sardone