«Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde» (Gb 38,11). Vi è una diffusa convinzione di sapere tutto e di poter fare tutto. La letteratura biblica, didattico-sapienziale, in particolare col libro e col mondo di Giobbe, ridimensiona questo parossismo intellettuale soprattutto quando si pensa di riferire queste categorie anche alla conoscenza ed alla comprensione di Dio e del mondo laddove sembra che Dio sia assente o addirittura perseguita e fa soffrire le creature. Tutti i tentativi possono infrangersi contro un muro invalicabile. Alle provocazioni umane risponde ironicamente lo stesso Dio partendo dall’immagine della terra e del mare. Prende quasi per mano Giobbe e lo porta a visitare l’universo contemplando la terra ed il mare e, come punzecchiandolo, lo invita a riflettere se con Dio che creava c’era l’uomo; se al mare che usciva impetuoso come da un seno materno, quando era rivestito di nubi e fasciato con una nuvola, quando gli era assegnato il limite, quando gli ingiungeva di non andare oltre il confine segnato, c’era la creatura umana. Le pretese degli stolti e degli orgogliosi ignoranti di ogni tempo oltre che sulle barriere di Dio vanno ad infrangersi su quelle di uomini saggi e pazienti che tante volte preferiscono il silenzio dinanzi ad affettate e pseudo spirituali affermazioni che infastidiscono solamente. Non si può pretendere che il Signore intervenga e risponda direttamente a chi si mette a tu per tu con Lui e parlare con termini di rimprovero effettivo anche se con palese ironia; a meno che non è convinti che dietro un’autorità superiore ci sia effettivamente Dio. P. Angelo Sardone