«Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!» (Es 24, 3). Il cammino del popolo d’Israele nell’esodo sotto la guida di Mosè viene caratterizzato particolarmente dall’Alleanza e dal dono della Legge sul monte Sinai. Ciò avviene al terzo mese dalla partenza dall’Egitto. Dio prepara Mosè chiamandolo sul monte e dandogli istruzioni ben precise. Con l’Alleanza, Israele diventerà come un bene personale di Dio ed il popolo sarà santo, cioè consacrato. Il terzo giorno, dopo salite e discese di Mosè e varie teofanie, Dio parla e pronuncia il Decalogo, i dieci comandamenti, il cuore stesso della Legge. Il Pentateuco lo riporta in due versioni: Es 20 e Dt 5. Le parole sono ritmate in maniera tale che si possono facilmente ritenere a mente e ripetere oralmente. Esse sono il compendio della vita religiosa e morale del popolo. La condizione posta da Dio è il culto esclusivo riservato a Lui ed è parte integrante dell’alleanza. In ciò Israele si distinguerà da tutti gli altri popoli. Le promesse e le istruzioni per introdursi nella terra di Canaan concludono il lungo testo riportato in quattro capitoli del Libro dell’Esodo. Fedele al mandato ricevuto da Dio Mosè riferì al popolo tutte le parole del Signore, ossia il libro dell’Alleanza, il decalogo. Tutto il popolo accolse le parole e le norme ascoltate e più volte, concorde affermò la volontà di eseguire tutto quanto gli era stato ingiunto. Il decalogo, la legge positiva di Dio si imprimerà nel cuore di ogni credente e diventerà la legge della volontà di Dio e l’itinerario certo della propria santificazione. P. Angelo Sardone