«Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore» (Dt 6,6). Il secondo grande discorso di Mosè subito dopo aver fatto memoria del dono del decalogo, riporta la preghiera cosiddetta dello «Shemà Israel», cioè «Ascolta Israele», che è una delle più care alla pietà giudaica di ogni tempo, la preghiera che il pio Israelita recita al mattino e alla sera. La Liturgia cattolica l’ha collocata come lettura breve di Compieta del giorno di sabato. Essa è l’incipit del primo comandamento. La fede nell’unico Signore si è sviluppata nel popolo eletto a partire dalla sua elezione, dal dono dell’alleanza al Sinai, dal cammino costante nonostante le difficoltà e le tribolazioni della sua storia. Dio insegna il suo amore non come una scelta ma come un autentico comando nella totalità del cuore, dell’anima e delle forze, che include il timore e l’osservanza dei suoi comandi. Queste indicazioni si ritrovano in riverbero nella predicazione di Gesù. Un elemento emergente è l’oggi: per l’Israelita e per il cristiano «oggi» è ogni giorno, il presente, guardando al passato, ma proteso al futuro. La Parola ricevuta ogni giorno deve essere accolta ed ascoltata nella profondità del cuore e dell’amore dalle orecchie al cuore per custodire e ricordare. L’ascolto e la custodia predispone ad una azione concreta da compiere, ad una presa di posizione, sempre. Il ricordo viene sollecitato dal gesto di legare i precetti del Signore al cuore, di fissarli attorno al collo per essere guidati e sorretti di giorno e di notte, quando si cammina e quando si riposa nella corretta condotta. È un grande insegnamento ed un precetto che deve guidare ogni giorno la vita del cristiano di qualunque età e condizione. P. Angelo Sardone