«Saul comunicò a Giònata, suo figlio, e ai suoi ministri di voler uccidere Davide» (1Sam 19,1). L’invidia e la gelosia fanno da padroni nel cuore del re Saul che si è sentito umiliare dal coro unanime di tante donne scese incontro a Davide di ritorno dalla vittoria su Golia che gli attribuiscono il merito di averne ucciso diecimila in confronto ai solo mille di Saul. Un’ennesima prodezza procura a Davide la mano di Mikal figlia del re. Ma il cuore del re è sempre più distante ed ostile a Davide fino al punto di decidere di ucciderlo perchè evidentemente il suo ruolo e le sue prodezze lo offuscano grandemente. Questo proposito egli lo comunica ingenuamente a suo figlio Gionata, grande amico di Davide ed ai suoi ministri. La vera amicizia e il suo grande affetto, inducono Giònata a rivelare a Davide il grave pericolo che corre e a stare in guardia, a nascondersi impegnandosi egli stesso ad intercedere presso il padre perché non si macchi di questo crimine. Lì per lì Saul se ne convince e addirittura giura di non farlo, ammettendo nuovamente Davide alla sua presenza. Ma sono solo parole. L’invidia e la gelosia miete vittime dappertutto ed in tutte le categorie di persone, anche le più pie e devote. Una umiltà vera e sincera, matura secondo gli anni ed un equilibrato modo di intendere e vivere la vita, supportato attorno da presenze altrettanto valide e non puerili e affascinate con stupide espressioni inneggianti e sciocchi superlativi, è l’unico antidoto a questa cattiva erba che cresce a dismisura nel cuore di tanti. P. Angelo Sardone