«Il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo» (At 16,14). I viaggi missionari di Paolo, debitamente documentati da S. Luca, sono corredati oltre che dall’impegno diuturno di evangelizzazione, da incontri, situazioni particolari, persone. A Filippi, una colonia romana della Macedonia, Paolo rivolge la sua parola alle donne riunite per la preghiera lungo il fiume. Tra queste si distingue Lidia, una commerciante di porpora proveniente da Tiatìra. Il cronista sottolinea come il Signore a lei già credente in Dio, aveva aperto il cuore per accogliere ed aderire alle parole dell’Apostolo. Difatti dopo averlo ascoltato, insieme con la famiglia fu battezzata ed a testimonianza di comunione e di generosità, invitò i missionari prima ad andare e sostare nella sua casa e poi li costrinse ad accettare. È un tratto molto significativo che esprime riconoscenza, accoglienza, condivisione. È una esperienza che noi sacerdoti, soprattutto impegnati in azioni evangelizzatrici sul territorio più ampio, spesso facciamo. Tutto parte non dal nostro saper fare, dall’avvenenza o dalle capacità espressive e di coinvolgimento. Anche. Ma la prima azione di disponibilità alla Grazia dell’ascolto per coloro che incontriamo, parte dallo Spirito Santo che apre e dispone i cuori all’accoglienza della Parola che salva. È un guaio quando succede il contrario e si pensa che siano le nostre capacità di dialogo e di coinvolgimento. Si può determinare un ascolto semplicistico e “simpatico” che lascia il tempo che trova o meglio, genera adepti legati al predicatore di turno e non sempre più direttamente e chiaramente al Signore. P. Angelo Sardone