«Apollo giunto in Acaia, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti» (At 18, 27). Il viaggio apostolico di Paolo continua con contorni provvidenziali segnati dalla grazia di Dio, dallo Spirito evangelizzatore e da collaboratori intelligenti e pratici. Ad Efeso, giunse Apollo, un giudeo molto preparato nelle Scritture, debitamente istruito, affascinante nella dialettica, che parlava con chiarezza di Gesù. Proveniva da Alessandria dove si praticava l’esegesi biblica. La sua conoscenza però si limitava al battesimo di penitenza predicato da Giovanni. I collaboratori stretti di Paolo, Priscilla e Aquila dopo averlo ascoltato lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio. Il suo apporto sarebbe stato molto valido soprattutto nei confronti dei Giudei che non accoglievano facilmente la nuova dottrina sganciata dall’antica tradizione mosaica. Il suo contributo sarebbe servito per confutare i Giudei ostinati, con la dimostrazione, a partire dalle Scritture, che Gesù era il Cristo. Nel quadro e nel servizio dell’evangelizzazione è assolutamente indispensabile, accanto ai sacerdoti e ministri della Chiesa, la presenza di collaboratori debitamente preparati ed istruiti. Ne va di mezzo l’efficacia della predicazione e l’accoglienza del mistero di Cristo. Lo sviluppo odierno delle scienze teologiche favorisce la preparazione e la frequenza negli Istituti di scienze religiose nelle diverse diocesi. Quanto bene possono fare persone debitamente preparate che parlano e testimoniano la fede cristiana ed il mistero dell’amore di Gesù! P. Angelo Sardone