«Sii forte e móstrati uomo. Osserva la legge del Signore, tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo le sue leggi» (1Re 2,2-3). Da Betsabea, che fu moglie di Uria, Davide ebbe il figlio Salomone. Prossimo alla morte, volle fargli alcune raccomandazioni riportate nel primo Libro dei Re. Il cronista registra fedelmente quanto il re ormai vecchio, nella saggezza acquisita con la sua esperienza, lascia in eredità al figlio che sarà la gloria assoluta della dinastia. Il primo tratto dell’eredità è l’incitamento ad essere forte e uomo fino in fondo. Il secondo, ad osservare scrupolosamente la legge di Dio; la terza a camminare nelle vie del Signore mettendo in pratica i suoi comandi, le sue norme e le sue istruzioni. Il compenso che ne verrà sarà la buona riuscita in tutto quello che farà e dovunque lo farà. In confronto alla grandezza, alla sontuosità del suo regno ed alla sua durata, questo testamento testimonia il compimento di una missione realizzata secondo il volere del Signore e segnata profondamente dal contatto con Lui e dalla strada aurea della sua legge. In queste espressioni si concentra il meglio che un padre possa raccomandare e donare al proprio figlio: è frutto della maturità acquisita anche in mezzo di tribolazioni, guerre, dolori. Da sempre nella dimensione sociale della vita tanti padri lasciano ai loro figli non solo l’eredità materiale, ma anche e soprattutto quella spirituale e morale che traccia loro il sentiero della verità, dell’onestà, del rispetto altrui e dell’adempimento della legge di Dio. Oggi i figli hanno bisogno di questo, più di ogni altra cosa. P. Angelo Sardone