269. «Osanna: benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Gv 12,13).
Comincia oggi la Settimana “Santa” per eccellenza, nella quale si fa memoria liturgicamente degli ultimi giorni di Gesù prima della morte ed il compimento del mistero di amore del Padre attraverso la passione del Figlio. L’introduzione è determinata dall’ingresso solenne di Gesù a Gerusalemme come re di pace, acclamato dagli “osanna” festanti della gente, Figlio di David, e particolarmente dai fanciulli ebrei. Re di grazia e di gloria entra nella città che è il cuore della fede del popolo eletto per realizzare nella forma più cruenta possibile, la vocazione messianica che lo voleva offerta oblativa al Padre in remissione dei peccati dell’uomo. La grandezza del Figlio dell’uomo si rivela nella piena disponibilità all’abbassamento per amore, a chinarsi sull’umanità sofferente vittima del proprio peccato, per assumere su di sé, nel suo stesso corpo, i peccati del mondo e toglierli come agnello con l’immolazione sulla croce. Il racconto particolareggiato della Passione è l’overture del dramma che si consumerà nei prossimi giorni. La gioia festante dell’accoglienza nella città santa viene offuscata dal grido assurdo che chiede la crocifissione di un innocente, reo solo di aver fatto il bene. In compagnia di Maria, degli apostoli, le pie donne ed anche dei curiosi che stavano a guardare fin sotto la croce, percorriamo il settenario che richiama quello delle origini dell’universo con la creazione, per vivere un nuovo inizio con la salvezza operata dal Figlio di Dio Gesù, il salvatore. P. Angelo Sardone.