«Voglio cercare l’amore dell’anima mia. L’ho cercato, ma non l’ho trovato» (Ct 3,2). La sezione sapienziale della Bibbia contiene un libretto di appena 8 capitoli denominato “Cantico dei cantici”. È il cantico per eccellenza, attribuito a Salomone, un poema che canta l’amore reciproco di un uomo, l’amato, ed una donna, l’amata che si perdono, si cercano, si trovano. Celebra l’amore fedele sugellato dal matrimonio. È evidente l’interpretazione allegorica laddove viene rappresentato e cantato l’amore di Dio per il suo popolo, analogo a quello tra uno sposo e la sua sposa, molto simile a quello descritto da alcuni profeti. Molti esegeti ritengono che l’allegoria si possa riferire al matrimonio di Cristo con la Chiesa o all’unione mistica dell’anima con Dio. Proprio per questo il Cantico nel corso del tempo è stato preso d’assalto, studiato e citato dai mistici. In questa chiave di lettura si inquadra la festa di S. Maria Maddalena, definita da S. Tommaso d’Aquino “apostola degli apostoli”. Originaria di Magdala (donde il soprannome di Maddalena), viene presentata dall’evangelista Luca come colei dalla quale furono scacciati 7 demoni (Lc 8,2). Per alcuni equivoci ed una certa tradizione è stata ritenuta una prostituta di Galilea, riportabile all’anonima peccatrice che aveva cosparso di olio profumato i piedi di Gesù o a Maria di Betania che aveva compiuto analogo gesto. Fedele discepola di Cristo, rimane sotto la croce insieme con Maria ed ha il privilegio di essere la prima ad incontrare Gesù risorto, ad essere chiamata per nome e ricevere il compito di comunicare l’evento agli Apostoli. In lei, “santa della misericordia”, è rappresentata la “maternità della fede”. Auguri a chi porta questo nome. P. Angelo Sardone