«Ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza» (Dt 30,19). Il cammino della Quaresima viene immediatamente segnato dalla proposta di una scelta: la vita per vivere. Il supporto di questa indicazione viene dal quinto libro della Bibbia, il Deuteronomio, che chiude il Pentateuco. Il terzo grande discorso di Mosè, quasi alla fine del libro, contiene precetti ed indicazioni di alto valore, frutto della maturità di rapporto intimo e fedele con Dio e dell’esperienza di guida del popolo. Tutto ciò che viene proposto proviene da Dio e dalla sua sollecitudine continua verso l’uomo, identificato nel popolo che ha attraversato il deserto e le molteplici difficoltà dell’esodo, ed ora è alle porte della Terra promessa. Il Dio di Israele è il dio del bene e non può non volere che il bene del popolo. Ecco perché gli pone innanzi la scelta impegnativa: il bene o il male, la vita e la morte. Dal momento che è Dio di bene e di vita gli chiede di scegliere la vita. Quante volte nell’esistenza umana siamo posti dinanzi ad un bivio dove occorre scegliere se andare da una parte o dall’altra. Lo stimolo interiore della coscienza, orientata al bene, alla vita, alla gioia, spinge a sceglierli. La confusione derivante dal peccato e dalla corruzione indotta dal male, spinge a scegliere il perfetto contrario, il male, la morte. La vita di grazia orientata dalla presenza di Cristo, stimola al bene mettendo dinanzi agli occhi i vantaggi che ne derivano. Con la benedizione del Signore la vita va avanti ed i benefici che si traggono sono molto superiori degli ostacoli che si incontrano. Il tutto si riversa con abbondanza sulla persona e sulla discendenza che gode della grazia che sana, purifica, rinnova. L’itinerario quaresimale ha questo scopo: delineare con chiarezza il bene ed eludere qualunque propensione ed orientamento al male. Ma questo ha un costo: un impegno serio e generoso nell’ascolto della Parola e nella decisione ferma di guardare ed andare avanti. P. Angelo Sardone