«Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Gal 5,1). La polemica con i Giudei si traduce in pratica in una trattazione apologetica. Paolo fa riferimento al Vecchio Testamento ricorrendo ad una allegoria, due donne: Agar, la schiava di Abramo, madre di Ismaele, Sara, madre di Isacco. Esse indicano le due alleanze e due contesti precisi: il legalismo, livello umano e terrestre, identificato col monte Sinai, e la Gerusalemme celeste identificata con la Chiesa, che esprime un regime di libertà e la nuova identità di madre feconda di figli. In quest’ultima l’iniziativa è di Dio. I cristiani sono identificati coi figli della donna libera, i figli della promessa. La conclusione presentata dall’apostolo in contrasto con coloro che a tutti i costi volevano riportare indietro la prospettiva dei nuovi cristiani della Galazia, verso la circoncisione e la sola Legge di Mosè, è chiara ed esige una scelta: o essere cristiani con tutte le implicazioni del caso o si è Giudei. Non c’è una via di mezzo. La libertà dei figli di Dio esige tutto questo! Ma anche l’accortezza e l’intelligenza nel non fare sovvertire le verità accolte con la predicazione seria e convincente del Vangelo che guarda al futuro, a fronte di una predicazione ristretta che guarda solo al passato ed ai suoi elementi vincolanti. E’ straordinaria l’attualità di simili affermazioni. In Gesù Cristo tutto è stato superato. Sguardi nostalgici ed ossessivi al solo passato che non considerano il presente illuminato dalla grazia dello Spirito, bloccano l’intraprendenza e la libertà e rendono schiavi. P. Angelo Sardone