«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!» (Mc 9,7). Si celebra oggi la festa della Trasfigurazione, l’episodio evangelico nel quale Gesù manifesta la sua gloria ai tre Apostoli fidati. Dinanzi ai loro occhi il Maestro rivela la potenza del suo splendore divino attraverso un vero e proprio cambiamento fisico attestato anche dalle vesti divenute lucenti e bianchissime. Spavento e stupore colgono d’improvviso Pietro, Giacomo e Giovanni, rendendoli incapaci di proferire parola e di chiedere semplicemente che lo spettacolo non si concluda. Sono disposti a rimanere all’addiaccio e a preparare tre tende per i tre interlocutori celesti. È l’anticipazione del destino futuro di gloria di Cristo, riservato a tutti coloro che attendono la sua manifestazione finale. La dimensione umana del corpo fisico cede il posto alla sua gloria che apre alla comprensione della divinità, in vista di ciò che sarebbe seguito nel mistero della passione e morte. La trasfigurazione si colora di presenze e parole di alto significato. Mosè ed Elia che appaiono accanto a Gesù e dialogano con Lui, rappresentano la Legge e i Profeti: essi hanno fatto il loro corso ed ora, per così dire, cedono il passo al Messia Redentore. Tuonante e convincente è la voce del Padre celeste che intima: “AscoltateLo!” come a dire: Cristo è la realizzazione piena di quanto era stato detto e prefigurato prima. Questa manifestazione è l’anticipo del Paradiso e della gloria che si concretizzerà nel mistero della croce e della risurrezione. La forte esperienza caratterizzerà dall’allora in poi la vita degli Apostoli. Non potranno rimanere sul monte ma devono scendere a valle, tornare alla normalità della vita. È qui che bisogna cogliere l’opera di Dio e la grandezza gloriosa di Cristo. P. Angelo Sardone