«Come fa un padre verso i propri figli, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio» (1Tes 2,11-12). Il tono affettuoso e paterno di Paolo nei confronti dei nuovi cristiani di Tessalonica, è ricco di profonda umanità e verità derivanti dall’esperienza giornaliera che l’Apostolo ha fatto in mezzo a loro, amando e sentendosi riamato. L’annuncio del Vangelo pur essendo avvenuto tra tante lotte, è stato caratterizzato non da torbidi motivi o frode, non da cupidigia alcuna, ma solo ed esclusivamente da una amorevolezza materna e da affetto vero fino al punto di desiderare di dare la vita per loro. Il contenuto più espressivo è delineato dall’incoraggiamento ad andare avanti e dall’insistenza ad un comportamento degno della dignità di figli di Dio e di fedeli osservanti del Vangelo. L’esempio dell’Apostolo è la migliore scuola di vita: la fatica ed il travaglio diuturno per non essere di peso ad alcuno e lo zelo nell’annunzio della Parola che salva. Quanto è bello e significativo per ogni missionario, soprattutto sacerdote, poter esprimere nel proprio ministero il tatto paterno ed il tocco profondo del suo amore, interessato unicamente al bene dei fratelli. E quanto è anche bello che i fedeli comprendano questa verità ed in cambio gli manifestino un amore altrettanto disinteressato fatto non di moine occasionali, opportuniste ed egoistiche, ma di gesti concreti, discreti, intelligenti ed opportune manifestazioni di affetto! Quante volte dobbiamo assistere, sacerdoti e laici, a puerili ed immaturi scimmiottamenti da parte degli uni e degli altri! Ci sono davanti le esigenze vere e sempre attuali del Vangelo di Cristo. P. Angelo Sardone