«La sapienza è effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa» (Sap 7,25). Dopo aver speso alcune parole sulla stima di Salomone per la sapienza ed aver invocato l’ispirazione divina, il testo sacro del libro della Sapienza, traccia un elogio della sapienza stessa. Riprende le personificazioni già note, ne precisa l’origine ed enumera le caratteristiche dello spirito divino che la sapienza possiede e che illustrano la sua natura. Sono evidenziati 21 attributi che vanno dall’intelligenza, dalla santità e dall’unità fino alla sua estensione universale. Il numero 21 degli attributi (3×7) è fortemente evocativo del massimo della perfezione a lei attribuito. Si nota chiaramente l’appropriazione letteraria di alcuni termini filosofici provenienti dall’area greca. Inoltre si intravvede la teologia dello Spirito Santo alla quale la sapienza stessa viene equiparata, e la cristologia che sarà trattata dall’evangelista Giovanni, da S. Paolo e dall’autore della lettera agli Ebrei. Tutto ciò è molto interessante perché a cavallo tra il vecchio ed il nuovo Testamento, la Parola ispirata di Dio coinvolge e si tinge anche del pensiero ellenistico, più essenzialista in confronto alla mentalità ebrea più funzionale. Si tratta di una ricchezza straordinaria che coniuga la rivelazione divina con il sapere umano, illuminandolo. La formazione cristiana attinge da questi elementi che, presentati nella liturgia della Messa feriale, offrono stimoli di conoscenza ed approfondimento davvero illuminanti. P. Angelo Sardone