199. «Se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”» (1 Sam 3,9). Ogni storia vocazionale ha il suo modello in quella di Samuele, profeta d’Israele che vive nel tempio ma che, data la sua età, non ha capacità immediata di comprensione e discernimento. La mediazione del suo maestro, il sacerdote Eli, è determinante ai fini della chiarificazione. La chiamata che risuona più volte nel cuore della notte non è allucinazione o sogno, ma è realtà e segno della insistenza amorosa con la quale il Signore chiede la collaborazione di un ragazzo per il suo piano di salvezza. La saggezza del sacerdote e la disponibilità del ragazzo danno compimento pieno alla volontà di Dio che prepara il suo popolo ed il futuro profeta a non lasciare andare a vuoto nessuna Sua Parola. Non basta l’entusiasmo del neofita che abita nella casa di Dio, anche giorno e notte, non è sufficiente l’esercizio di un ministero a servizio del popolo. È indispensabile il discernimento retto, serio, maturo, frutto di una professionalità derivante non da lauree, intraprendenza, esposizione ed efficienza mediatica, quanto da esperienza consumata davanti al tabernacolo ed al servizio di Dio e del suo popolo. Ciò che conta è l’umiltà, la docilità alla grazia e la competenza fatta di ginocchia e nel nascondimento, frutto di applicazione nell’ascolto della Parola e della vita degli altri. Solo così la volontà di chi è guidato e condotto, trova nel maestro piena veridicità e supporto concreto. La sua, allora, non è solo entusiastica ed effimera risposta di un giorno o di un tempo, ma impegno di tutta una vita, senza lasciare andare perduta parola alcuna di Dio ed anche dell’uomo. P. Angelo Sardone.