L’emergenza e la prova possono diventare un’opportunità. Tutto quello che potrebbe sembrare chiusura, blocco forzato, inerzia, non è altro che un equilibratore del ritmo frenetico assunto come abitudine o necessità, il ritmo che regola la vita che scivola a volte senza limitazioni e controllo. Non si è più abituati al silenzio verbale e visivo, a soste prolungate anche di riposo, perchè la vita stessa che è dinamismo ed energia, te l’impedisce e ti involve nel “mordi e fuggi”. «Non progredi, regredi est», «Non andare avanti non significa star fermi ma andare indietro», sentenziavano gli antichi. Non si tratta solo di una legge sociologica o di una constatazione, ma anche di una saggia norma spirituale. I Padri dello Spirito l’hanno assunta per spronare ad andare avanti nella dinamica spirituale, indispensabile per ogni uomo e per ogni giorno. Dipende da come ci si dispone, da come si affronta la giornata, da quelli che sono i veri interessi. La ricerca di relazioni, oggi in gran parte virtuali, favoriti dai social, appaga il desiderio e la natura dell’uomo votato all’alterità, ma quante volte è semplicemente paura di rimanere soli e di deprimersi. Questi giorni segnati da una forzata austerità di contatti e relazioni urbane e dalla privazione dei sacramenti possono diventare una opportunità per aprirsi maggiormente al rapporto con Dio ed a più autentiche relazioni con gli altri, attraverso la preghiera. Essa, soprattutto la Liturgia delle Ore, ha il triplice vantaggio di farci pregare con la Parola di Dio; farci connettere con tutti in una medesima espressione verbale; far trovare nella Parola la nostra situazione di vita, le nostre esigenze, le risposte ai tanti nostri interrogativi. Coraggio: così siamo davvero più vicini, così ci sentiamo davvero uniti. P. Angelo Sardone