«Per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi» (At 3,16). La guarigione dello storpio aveva destato tanto scalpore e stupore nel popolo. Approfittando di ciò, sotto il portico di Salomone, Pietro avvia la sua predicazione chiarendo innanzitutto che non procede da lui la forza del miracolo né tanto meno dalla sua bontà, ma è opera di Cristo mediata dalla fede avuta dal noto malato. Questa fede è resa possibile proprio da Gesù risorto che gliel’ha data unitamente alla perfetta guarigione del corpo. La fede ha provocato il miracolo. L’intervento è divino e per essere efficace richiede l’apertura dell’uomo, entrare in relazione di fiducia e di abbandono al Signore che è l’unico in grado di operare prodigi di questo genere. La fede è donata dal Risorto ed è mediata dalla predicazione apostolica. Gli effetti della stessa e della fede che essa suscita diventano palesi ed a tutti si manifestano. Proprio la predicazione, coraggiosa e franca da parte di Pietro, prima pauroso e vigliacco, chiarisce che le azioni ed i comportamenti dei Giudei ostili a Gesù sono stati determinati da ignoranza, la stessa per la quale Gesù dall’alto della croce aveva chiesto al Padre il perdono. Tutto comunque si è adempiuto dando ragione alla letteratura profetica che aveva previsto anche il tragico epilogo della vita del Figlio di Dio. Va ribadita ogni giorno l’importanza della fede nel Cristo risorto come atto di grande fiducia perché, come affermava il grande teologo gesuita, il cardinale Henry De Lubac (1896-1991) «si può credere a molte cose; ma non si dà la propria fede se non a qualcuno». P. Angelo Sardone