«Il Signore la protesse e ne ebbe cura, la custodì come pupilla del suo occhio, la sollevò sulle sue ali» (Dt 32,10-12). Una straordinaria storia di amore è quella che il Signore ha fatto vivere ad una santa dei tempi moderni, la celebre Teresina del Bambino Gesù (1873-1897), la carmelitana scalza di Lisieux morta a soli 24 anni, patrona delle missioni. A cento anni dalla sua morte per la sua identità cristiana matura ed ardita e gli scritti con intuizioni vaste e profonde, è stata dichiarata Dottore della Chiesa, la più giovane ad avere avuto questo riconoscimento ecclesiale. Nata in una famiglia di eccezionale caratura cristiana, all’età di 15 anni imitando e seguendo una sorella, scelse il Carmelo. La Chiesa ha riconosciuto anche le preclare virtù dei suoi genitori, i coniugi Martin, sposi «degni più del cielo che della terra» (S. Teresina) dichiarati santi il 2015. La carità fu la chiave della sua vocazione e pur non avendo mai messo piedi fuori del monastero, si è inserita nel cuore della Chiesa ed ha raggiunto i confini della terra con la larghezza del suo amore. La dottrina della fede e l’esperienza concreta del fiducioso abbandono nelle mani di Dio, retto dall’obbedienza, pur tra le contraddizioni e le incomprensioni da parte delle persone che le erano più vicine e che dubitavano del suo reale cammino di perfezione, sulle orme dei grandi Carmelitani ha costruito la sua santità attraverso la “piccola via” della confidenza in Dio e del totale affidamento alla sua grazia. Oggi è modello per i giovani nella generale confusione pandemica del peccato e di esempi dubbi e fuorvianti. P. Angelo Sardone.