«Scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero» (At 8,1). La Chiesa di Gerusalemme sin degli inizi fu oggetto di violenta persecuzione, tanto da mettere in fuga nella Giudea e nella Samaria tutti i nuovi seguaci della fede cristiana. Costoro, pieni di neofito ardore, di luogo in luogo annunziavano la Parola. Le ricorrenti sintesi del racconto lucano, evidenziano con fuggevoli ed intense pennellate, persone ed avvenimenti che caratterizzano la fase iniziale della cosiddetta “implantatio Ecclesiae”. Saulo di Tarso che aveva fatto la sua silenziosa comparsa tra coloro che approvavano la lapidazione del diacono Stefano ed aveva raccolto il suo mantello, comincia in maniera autoritativa la sua missione di fiero avversario di Cristo, nel tentativo di distruggere la Chiesa nascente. Entra nelle case ed arresta uomini e donne cristiane. Il diacono Filippo si reca in Samaria, regione cuscinetto tra la Giudea e la Galilea, e qui predica e compie guarigioni e segni strepitosi, guadagnandosi l’attenzione della gente e procurando gioia nella città. Il coraggio acquisito col dono dello Spirito Santo tiene inizialmente gli Apostoli ancorati a Gerusalemme: devono compattarsi ulteriormente resi forti dal nuovo battesimo nello Spirito che ha conferito loro inaudite capacità espressive e forza apostolica trainante. I cristiani di ogni tempo, in forza del dono dello Spirito, prima attraverso il Battesimo e poi con la Confermazione, sono chiamati ad essere «missionari di Cristo» là dove la Provvidenza di Dio li colloca, avendo come scopo essenziale vivere la fede e testimoniare l’amore. P. Angelo Sardone