«Non sarà tolto lo scettro da Giuda finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli» (Gen 49,10). Fin dai tempi più antichi, dal libro della Genesi, viene preconizzata la venuta del Messia della tribù di Giuda, Re e Signore della storia. Come nelle grandi feste, a cominciare dalla discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo di Gerusalemme dove fu vissuta per la prima volta nell’era cristiana, la preparazione al Natale è caratterizzata dalla Novena, un tempo di nove giorni che serve per comunicare ai fedeli le ricchezze della tradizione e della devozione. Essa si caratterizza particolarmente con la Liturgia che nei giorni che vanno dal 17 al 23 dicembre, è solennizzata dalla celebrazione dei Vespri con le cosiddette “antifone maggiori” che cominciano tutte con l’esclamativo «O». Da sempre la Novena del Natale in ogni parte del mondo si distingue anche con l’apporto della tradizione popolare e l’utilizzazione di alcuni elementi molto cari al popolo di Dio ed ai suoi sentimenti. In concordanza con la spiritualità di S. Annibale M. Di Francia, innamorato di Gesù Bambino, propongo la Novena di tradizione tipicamente siciliana così come fu vissuta e praticata dal santo Fondatore dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo, e come ancora oggi è realizzata dalle rispettive loro comunità. Si tratta di una forma semplice, con elementi simbolici e propri della grotta di Betlemme, che, adeguatamente armonizzati con la preghiera liturgica ed una buona riflessione, può determinare e far praticare una sana devozione. P. Angelo Sardone