«Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda» (Lc 1,39). Fino alla riforma liturgica del 1969, il 2 luglio si celebrava la visitazione di Maria SS.ma a sant’Elisabetta. In essa si evocano la fede e la carità della Vergine di Nazaret messi a servizio delle necessità dell’anziana cugina Elisabetta prossima al parto. Oggi a Matera si venera Maria sotto il titolo singolare di «Madonna della Bruna», in origine un affresco bizantino risalente al 1270, del tipo “dell’odegitria”, conservato nella cattedrale. In esso Maria indica col dito Gesù che ha in braccio, come via di salvezza. Il titolo della «Bruna» non ha nulla a che fare con componenti cromatiche dell’affresco e della statua, ma richiama, secondo una etimologia linguistica, il termine “corazza” o Ebron, la città ove Maria si recò. L’intera città di Matera vive nella festa della sua protettrice, il giorno più lungo dell’anno. La statua della Madonna con il Bambino Gesù viene portata trionfalmente sopra un carro artisticamente addobbato. La Madonna della Bruna forma un tutt’uno con la Città dei Sassi, un legame che risale a più di 600 anni fa, il 1389, quando Papa Urbano VI fissò la festa liturgica della “Visitazione” al 2 luglio. La grandezza e la bellezza della festa sono caratterizzate oltre che dalle funzioni religiose, dalle sontuose luminarie, dalla processione col carro appositamente preparato e dallo strappo finale del manufatto che richiama la distruzione delle immagini sacre per evitare il saccheggio da parte dei Saraceni. Ogni anno viene proposto un nuovo carro a tema. Quest’anno è stato realizzato da Uccio Santochirico, giovanissimo maestro cartapestaio che guida il Laboratorio solidale della Cooperativa “Oltre l’arte” ubicato nei locali del Villaggio del fanciullo di Matera. Il racconto non può esaurire la realtà: almeno una volta nella vita bisogna vivere questa giornata a Matera. P. Angelo Sardone