«Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia» (Rom 3, 23-24). La situazione del peccato ha degradato completamente l’uomo ed ha distrutto in lui la gloria di Dio, ossia la partecipazione a quanto aveva ricevuto da Lui nella creazione a sua immagine e somiglianza. In questo contesto, come nella lettera ai Galati, S. Paolo introduce un concetto importante del Nuovo Testamento, non di facile ed immediata comprensione, la giustificazione. Il suo significato biblico, di natura giuridica, è quello di ritenere giusto, non perseguibile penalmente e nel contempo di evidenziare un titolo di privilegio in chi osserva la Legge di Dio. Paolo afferma che nessuno è giusto, tutti sono peccatori e la Legge e le opere della legge non ottengono la giustizia. Questa può essere ottenuta solo attraverso la fede in Cristo. Pertanto non è opera dell’uomo né merito suo: Dio solo giustifica l’uomo in maniera gratuita attraverso la sua grazia per la redenzione operata da Cristo. Il cristiano diviene giusto e liberato dal suo peccato mediante la morte alla carne in Cristo e si salva se è giustificato mediante il sangue di Cristo. La giustizia di Dio si rivela nella crescita della fede e viene dimostrata dalla volontà salvifica di Dio e dal perdono dei peccati mediante la morte redentrice di Gesù. L’opera di Dio è assolutamente gratuita ed è frutto esclusivo del suo amore. Concetti e constatazioni di simile portata possono essere compresi solo in un’esperienza sincera di abbandono al Dio della misericordia e della grazia che fluiscono attraverso i Sacramenti ed una adeguata formazione cristiana. P. Angelo Sardone