«Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la Parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno» (1Gv 2,14). Tra le categorie dei destinatari della prima Lettera di S. Giovanni, inviata come enciclica alle comunità dell’Asia Minore minacciate dalle incombenti eresie, ci sono i giovani. Essi, secondo l’esperienza dell’Apostolo, per abbracciare la vera fede hanno dovuto superare difficoltà e tentazioni diverse, risultando vincitori sul maligno sempre all’erta. Questa sottolineatura viene ripetuta due volte nel giro di pochi versetti. I giovani sono dichiarati “forti” perché la Parola di Dio è in loro come sorgente di forza, mentre non lo è negli eretici. Il maligno lotta contro l’uomo, ma non vince perché la fortezza è propria dei giovani solo perché dentro di loro è forte Gesù, “colui che è stato inerme davanti ai persecutori” (S. Agostino). La giovinezza è tempo nel quale occorre ancor più lottare per vincere, purché si rimanga umili nel combattimento. E ciò avviene nella misura in cui la Parola rimane ferma dentro il cuore e la vita. Questo, evidentemente, è un privilegio che allarga le conoscenze e sostiene il vero amore, perché una conoscenza senza amore non salva. Le grandi verità bibliche trovano spazio nella storia di tutti i tempi e sono confermate da concrete risposte. Quello caratterizzato da S. Giovanni Paolo II è stato senz’altro un papato all’insegna dei giovani non solo per l’intuizione e la realizzazione delle Giornate Mondiali della Gioventù con straordinari eventi di fede e di massiccia partecipazione, ma soprattutto per la qualità spirituale e formativa che tali eventi hanno lasciato nel solco della storia. P. Angelo Sardone