«Consolate, consolate il mio popolo… parlate al cuore» (Is 40,1). Questa esortazione, soprattutto in tempi calamitosi, delinea con chiarezza il compito del sacerdote nei confronti del gregge a lui affidato. Egli prima di tutto deve «stare davanti a Dio in nome del popolo e presentare a Lui le questioni» (Es 18,19), secondo il consiglio ricco di saggezza che Mosè ricevé da Ietro, suo suocero. In questi giorni di particolare apprensione e paura, in una situazione irreale che si riscontra per le strade e gli ambienti di vita, di lavoro e di crescita spirituale, nella casa di Dio come nelle case degli uomini, ancor più si evidenzia l’identità e la missione propria del sacerdote. Egli da solo entra nel «sancta sanctorum» interdetto ai profani e presenta ed offre, nella celebrazione della S. Messa, le ansie e le paure del suo popolo, implorando per lui misericordia dal Signore. Assicuro che sono questi i miei sentimenti e le mie azioni di ieri, di oggi, di sempre, espressione di grande affetto e cura responsabile per te, mentre porto ciascuno con me nella preghiera e nell’Eucaristia, nella quale, in questo giovedì sacerdotale ed eucaristico, offro a Gesù tutte le ansie e le paure. Abbiamo fiducia: tutto concorre al bene per quelli che amano Dio! (Rom 8,28). P. Angelo Sardone