«Riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro» (At 15,27). Il primo viaggio missionario di Paolo e Barnaba si conclude con il loro rientro ad Antiochia da dove tutto era cominciato. Facendo la strada del ritorno confermavano i discepoli esortandoli a rimanere saldi nella fede. In ogni Chiesa poi, designavano alcuni anziani (nella lingua greca sono denominati presbiteri) e, dopo avere pregato e digiunato, li affidavano al Signore. È questa la metodologia pastorale che Paolo adotta per garantire in ogni nuova porzione di Chiesa il coordinamento e l’amministrazione spirituale di coloro che avevano aderito alla fede loro annunziata. Si costituirono così gradualmente le coordinate di un’impostazione che sarà detta “pastorale”, perché ogni Chiesa nascente potesse godere della sua autonomia in concordanza col modello che andava instaurandosi in ogni nuova comunità. Tornati ad Antiochia condividono con i membri di quella Chiesa il racconto degli avvenimenti e di quanto il Signore ha operato attraverso loro nell’apertura dei pagani alla fede. La gioia di un’opera santa condotta dallo Spirito attraverso la disponibilità dei missionari viene condivisa e manifesta l’adesione personale alla grazia, che trascina ed opera meraviglie anche nei pagani. Il protagonista dell’evangelizzazione ieri come oggi è sempre lo Spirito: con la forza energetica della grazia entra nei cuori, li purifica e li predispone all’accoglienza del mistero. Rendersi conto di tutto questo è salutare per tutti, evangelizzatori ed evangelizzati, perché si manifesta chiaramente che l’opera è condotta da Dio. P. Angelo Sardone