La semina del mattino
53. «Abbiamo trovato Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazaret» (Gv 1,45).
Trovare qualcuno o qualcosa è sempre una esperienza bella ed arricchente. La ricerca fa parte essenziale della vita e delle relazioni umane. Quando poi l’oggetto della ricerca adempie le attese e si attesta in una persona, determina entusiasmo e fa dimenticare le fatiche e l’impegno profuso. La liturgia odierna ricorda San Bartolomeo (Natanaele), il più diffidente fra gli Apostoli nei confronti di Gesù che proviene da Nazaret, donde, secondo un proverbio, non ci si poteva aspettare nulla di buono. Filippo gli comunica di averLo trovato e lo invita con insistenza: «Vieni e vedi!». Gesù, che lo conosce bene, mentre lo vede venire incontro pronunzia a suo riguardo un sorprendente elogio: «Ecco un Israelita in cui non c’è falsità!», come a dire: «ecco una persona tutta d’un pezzo, coerente fino in fondo, un vero credente!». Bartolomeo rimane fortemente sorpreso. Gesù gli dimostra ancora che sa tutto e gli cita la particolare circostanza nota solo a lui, l’albero di fichi sotto il quale si trovava. Non si sa cosa stesse facendo. Vistosi scoperto Bartolomeo abbatte le sue barriere ideologiche e pregiudiziali e fa la sua professione di fede: «Tu sei Figlio di Dio, il Re d’Israele». La sua fede, il suo impegno, la sua opzione fondamentale per Cristo non verranno mai meno neppure dinanzi al terribile martirio che subirà, quando per amore di Cristo e del suo vangelo, sarà scorticato vivo! Coerenza e tenacia sono propulsori di una fede che fa maturare fino all’eroismo. P. Angelo Sardone