«Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi» (Rm 8,9). L’attenta disamina di Paolo nel superamento della contrapposizione tra il bene ed il male, il peccato e la grazia, la carne e lo spirito, gli consente di descrivere ai Romani in che cosa consiste la vita del credente nello Spirito. Attraverso il Battesimo, infatti, viene donata al cristiano una vita nuova per la quale, morto al peccato ed alle opere della carne, è una creatura nuova generata per la giustizia e la santità della vita. Se il signore della vita è la carne, la passione, la sfrenata lussuria, l’uomo è sua vittima ed agisce secondo le esigenze della carne. Ma se signore è lo Spirito, l’uomo si muoverà nella sua direzione. La carne ed i suoi derivati nell’ordine spirituale e morale, ha certamente desideri di bene, ma essendo debole non riesce ad attuarli, anzi, talora li manifesta ed attua contrari allo Spirito. L’aiuto per equilibrare questa situazione e superare la cocente contraddizione, Dio l’offre venendo in aiuto alla debolezza dell’uomo e donandogli lo Spirito Santo. La rinascita nello Spirito che è lo Spirito di Cristo e Dio stesso, è avvenuta nel Battesimo: per questo Egli abita in noi e ci rende creature nuove. La signoria, ossia il dominio dello Spirito non schiaccia ma solleva, non vincola ma libera, fa comprendere che «siamo qualcosa e non tutto» (Edith Stein). È speranza e certezza di essere incamminati verso il cielo, svincolati da tutto ciò che forza ed abbarbica al finito e ci fa esistere, vivere e muovere in Dio, pur calcando le zolle e le strade della terra. P. Angelo Sardone