La semina del mattino
203. «Aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo» (Mc 3,10). Il ministero di Gesù è corredato dalla presenza impressionante delle folle che non gli danno tregua, soprattutto dopo aver sperimentato la guarigione del corpo e la potenza della sua parola sugli spiriti immondi. Il racconto di questi prodigi si diffondeva a macchia d’olio dappertutto. Il bisogno della liberazione dal male fisico spingeva tantissima gente ad andare da Lui. La necessità era grande fino al punto di trovarsi nella improvvida condizione di schiacciarlo per la ressa e l’assembramento senza regole. Per non patire questo disagio Gesù chiese agli apostoli di tenergli pronta una barca: stando nell’acqua si sarebbe preservato dal soffocamento ed avrebbe potuto parlare più liberamente. Era sopraffatto non solo dai loro lamenti e dalle accorate richieste di guarigione, ma anche dagli spintoni alla rinfusa e dalle mani protese desiderose di toccarlo. Ad una donna basterà toccare il lembo del mantello per essere guarita. La debolezza cronica della natura umana si incontra ed anela alla potenza salvifica e terapeutica di Gesù. Il bisogno di guarigione e di salvezza non si scontra ma viene integrato nel dono incommensurabile della grazia. C’è un bisogno innato nella creatura umana del contatto con la divinità ed anche col proprio simile da cui si riceve sicurezza e risposta tranquillizzante. La medesima esperienza di Gesù si rinnova nella vita della Chiesa e nelle relazioni del popolo di Dio col sacerdote. È la potenza della grazia che compie il miracolo della guarigione dell’anima e talora, attraverso l’invocazione e la mediazione dei Santi, anche quella del corpo. P. Angelo Sardone.